Tavo, amore lungo i secoli e i “funamboli della vita”

Tavo, amore lungo i secoli e i “funamboli della vita”
Condividi su :

Amore immutato nel tempo, dei problemi della vita e dell’instabilità che s crea a seguito di ogni nostra scelta. Questo è Tavo.

Non so come io abbia fatto a conoscerlo, so solo che molti suoi brani sono tra i miei preferiti (secondo le mie statistiche Spotify, Annabelle è al terzo posto come brano che ho ascoltato di più lo scorso anno).

Questa settimana ho l’onore di parlare con uno dei miei artisti preferiti in assoluto, diamo il benvenuto (non avrei mai pensato di dirlo, e sono gasatissimo) a Tavo!

Chi è Tavo?

Francesco Taverna, classe 1993, è un cantautore di Alessandria tra i più promettenti del panorama indie pop italiano. Si avvicina alla musica quando aveva 12 anni, cominciando a strimpellare la chitarra.

A casa sua è sempre stata presente una chitarra. Era di suo zio, animatore turistico morto disperso nell’oceano alle Seychelles tentando di salvare un turista mentre stava annegando.

Francesco si avvicina quindi al mondo della musica quasi per scherzo, non pensando che sarebbe divenato il suo lavoro, e iniziando anche a scrivere qualche testo nei primi anni del nuovo millennio.

Prima di diventare Tavo, Francesco è stato chitarrista in una band che vanta quasi 400 date in 6 anni, ed ammette che con questo progetto si è “fatto le ossa” sul palco.

La musica secondo Tavo

Tavo non è sicuro di sapere cosa sia la musica, ma di certo ammette di usarla come valvola di sfogo.

Concerto Tavo
Tavo in live, in una foto decisamente bella.

Le sue composizioni sono prettamente autobiografiche, con l’accortezza di non riempire troppo con dettagli personali, ma lasciando spazi vuoti in cui potersi riconoscere, e forse è proprio questa la sua vera forza, perchè ogni suo brano, è un po’ anche “tuo”.

Alcuni musicisti dicono che la musica la devono capire loro, non per forza gli altri.

Io invece voglio che la capisca chi mi ascolta, perchè secondo me la musica è principalmente condivisione

Tavo – parlando della sua musica

Tavo alla classica domanda del featuring dei sogni ha le idee chiare, lui elogia molto Francesco Motta, invidia la sua ricercatezza sonora e testuale, e soprattutto i suoi live, che considera decisamente “fotonici”.

Il suo brano prediletto è Il tempo di ballare (come contraddirlo, del resto) e lo proporrebbe ad un non ascoltatore perchè lo considera uno dei brani più intimi che ha scritto, oltre che nuovo punto di partenza dal quale ha iniziato a scrivere la verità senza imbarazzo.

La copertina di Il tempo di ballare

Ed è vero, dal primo album alle ultime due pubblicazioni la differenza è sostanziale. Brani qualitativamente migliori, e liricamente molto complessi e profondi, e in seguito ne parleremo meglio.

Funambolo, il primo disco

Abbiamo parlato del brano Funambolo, ma adesso entriamo più nello specifico parlando dell’omonimo album, pubblicato il 14 marzo 2018 con la casa discografica Noize Hills Records.

Il disco nasce dal lavoro di anni passati, il primo brano, oltretutto senza titolo, risale a quando Tavo era ancora sedicenne e venne scritto senza grandi esigenze o aspirazioni.

La svolta la diede il suo amico Lorenzo, bassista e grafico, che lo iscrisse ad un concorso di brani inediti che riescì pure a vincere, talentuoso fin da piccolo eh…

Non ha brani preferiti all’interno del disco, perchè ormai lo vede come un’opera lontana da quello che crea, continuando comunque ad amarlo come se fosse il suo primo figlio.

Il disco parla dell’instabilità che si crea dopo le scelte difficili che vengono prese nell’arco della vita, e il funambolo, secondo lui, è proprio la personificazione di questa instabilità. Parla anche del brano Funambolo, che da anche il nome al disco, e ne elogia l’esecuzione ai live:

Funambolo è il brano con cui mi diverto di più, nei live lo metto sempre come ultimo in scaletta.

Ha un tiro più rock, mi permette di fare il deficente nei live ed è più suonato, ricordandomi il periodo da chitarrista e non cantante

Tavo – parlando di Funambolo

Annabelle, il brano che viaggia nel tempo

La storia dietro questo brano è molto singolare, quasi incredibile, ma mi ha affascinato di brutto.

Annabelle nasce grazie ad un ritrovamento: una lettera trovata dentro al muro di casa sua durante la ristrutturazione. La lettera era indirizzata a Maddalena, donna sposata e amante di Ennio, e allora ecco l’idea del brano, pubblicato il 6 dicembre 2019.

Il nome di Maddalena è stato cambiato in Annabelle per questioni metriche, dato che il fulcro del brano non era il nome degli amanti, bensì il loro amore.

Il brano è un inno all’amore, che urla a squarciagola che al di là della forma, dei sentimenti e delle paure, l’amore viaggia immutato e immutabile nel tempo.

Ascolto e recensione del brano

La so a memoria, devo trattenermi altrimenti rischio di scrivere un poema pieno di belle robe.

Comunque

Il brano si apre con chitarra arpeggiata, voce e pads, con una delicatezza molto adatta ad un brano di questo genere. Nella seconda strofa compare un minimo di percussioni, solamente dei claps, per accompagnarci ad uno dei ritornelli che mi ha più colpito al primo ascolto.

Ecco basso e piano che entrano, assieme alla batteria, ma il tocco di classe è la seconda voce nel ritornello, che esalta le doti canore di Tavo in tutte e due le ottave. Mi piace parecchio la sua voce in questo brano, e non solo in questo spezzone.

La seconda strofa mantiene tutti gli strumenti senza batteria, lasciando al basso il ruolo ritmico. Ritornello uguale al primo, nel quale si sente un accenno di sintetizzatore in sottofondo, che ci accompagna al bridge.

Voce più alta di un’ottava e chitarra suonata con pennate compongono il primo pezzo del bridge, con un testo leggermente diverso da quello del ritornello. Entra la batteria subito dopo e ci spinge, più forte di un bulletto delle elementari, nell’ultimo ritornello, arricchito da un coro in sottofondo.

Il brano termina con uno sintetizzatore, che è sempre stato presente nel sottofondo del ritornello, accompagnato da chitarre ed altri effetti.

A D O R O questa canzone, ti da una “botta di vita” mica da scherzi, ed è decisamente un grande upgrade, dopo L’astronauta e l’indiano e Il tempo di ballare Tavo si presenta con un brano aggressivo, ma allo stesso tempo molto leggero e piacevole.

Tavo, ascolta un tuo fan, continua così, perchè stai sfornando dei brani assurdi ed hai veramente tanto talento. Ed è anche una persona molto gentile e disponibile, tanto per cambiare.

Questo è tutto, grazie per aver letto fino a qui, ci vediamo domenica per la seconda parte della storia del rap.

 ~Macca 
Condividi su :

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top