Parlare d’amore è una cosa sentita e risentita. Benedetta Raina lo sa bene e per questo ha deciso di lasciare stare per una volta il nobile sentimento per concentrarsi su altri argomenti altrettanto importanti.
Ecco quindi la storia di Benedetta Raina, artista oltretutto molto molto simile a me. (è fan dei Twentyone Pilots, già dovrebbe starvi simpatica 🙂 )
Chi è Benedetta Raina?
Benedetta, fin da piccola (che alla fine non è neanche tanto tempo fa, data la sua giovanissima età) ascoltava tantissima musica, finchè non è arrivato il momento in cui ha iniziato veramente a coltivare la sua capacità nella stesura di testi, inseguendo il sogno di un suo brano.
Vedremo in seguito come ogni suo brano sia molto personale, molto diretto e sentito, e secondo me è una gran bella cosa per un artista!
Ho sentito il bisogno di fare ciò che altri artisti hanno fatto per me, grazie alle loro ispirazioni
Benedetta Raina
Benedetta inizia la sua carriera con le tastiere, spostandosi poi sull’ukulele, spinta dalle gesta di Tyler Joseph, frontman dei Twentyone Pilots e grande ispirazione per lei anche per la stesura dei testi, che la porterà a scrivere il suo primo EP, Frammenti
Frammenti, il primo EP
Ogni brano di Frammenti è una realtà a sé stante, ogni canzone viene infatti descritta come uno scatto rubato dalla sua adolescenza.
L’adolescenza, secondo Benedetta, è un periodo della propria vita in cui si cambia molto in fretta e lei la immagina come una realtà frammentata come cocci di vetro.
Vedo la realtà come attraverso dei cocci di vetro, come qualcosa di imperfetto, con ricordi dolorosi. Ho scritto tutti i brani in momenti molto duri della mia vita ed ogni frammento è un pezzo sincero, perchè nell’adolescenza ci sono tutte le “prime volte”
Benedetta Raina, parlando di Frammenti
Benedetta racconta anche come i suoi siano brani autobiografici, ma ad oggi punta a crescere per parlare di argomenti più astratti, più grandi.
Basta
Basta è il primo brano dell’EP nonchè primo singolo pubblicato da Benedetta. Parla di un ambiente tossico, infatti è stata scritta quando, nella sua vecchia scuola, non si trovava per niente bene. È stata scritta per “denunciare l’essere tra persone che ti formano con un pensiero non tuo”.
Il brano di per sè non è molto complesso, la presenza di una drum machine all’accompagnamento accostata ad un insieme di effetti sonori imprimono al brano una sonorità particolare e di certo diversa dal solito.
Stata mai
Stata mai è un brano che sta riscuotendo tantissimo successo. Parla di un argomento trattato poco: l’amicizia.
Benedetta sostiene che ci siano amicizie tossiche che una volta finite ti fanno rivalutare la persona che sei. L’amore è un sentimento intimo, se qualcosa non va te ne rendi conto, mentre in amicizia spesso si “passa sopra” a tutto.
L’amicizia tossica a volte è peggiore dell’amore tossico, perchè essendo amici a volte ci si perdonano cose proseguendo con leggerezza il rapporto
Benedetta Raina
Stata mai inizia con la voce e dei sintetizzatori ad accompagnare la linea vocale. Il testo è diretto e molto molto personale. Non utilizza termini complessi o allusioni e similitudini strane, semplicemente dice quello che pensa senza giri di parole. Ed è una cosa apprezzata.
Mi sveglio col caffè
Questo brano è stato scritto in un periodo di fragilità. Benedetta racconta di essere una persona sensibile, che spesso si chiude in sé stessa e piange, ma non lo dice con vergogna, anzi, trova il coraggio di parlarne.
Alla fine ho usato il caffé amaro per indicare i momenti brutti della vita vissuti come amari, che portano però ad una grande conclusione. Ma la vita può piacere amara.
Benedetta Raina
Il brano ha uno stile diverso dal precedente. Inizia con un giro di piano, entrano chitarre e batteria fisica, non digitale. Questo dimostra già una buona maturità artistica e una capacità non indifferente nell’adattarsi ai diversi stili.
Brano più “classico”, simile ad altri artisti, ma di nuovo il testo è molto molto diretto, si sente non solo che parla di vita vissuta, ma anche di argomenti a cui lei è molto legata.
Davvero
Ad oggi il più ascoltato fra tutti. Questo brano è un inno al “vivere la vita al giorno”, ma scoltandolo notiamo come non sia tutto carpe diem, ma che l’accumularsi di errori e cose sbagliate, ci fa avere a che fare con problemi sempre più grandi.
Il brano, per la terza volta, si apre con le percussioni, ma qui troviamo la chitarra suonata in levare, con uno stile “spagnoleggiante”. Il ritornello rivela anche degli ottoni, che aprono molto il suono ed accompagnano la voce come nessun altro strumento è in grado di fare.
Più orecchiabile di tutti gli altri, anche questo molto diretto e interessante
Non me ne frega se non ci vedo bene
Il brano, a differenza degli altri, si apre con dei pad e non con delle percussioni. Atmosfera diversa rispetto agli altri brani ed una linea vocale meno marcata, anche per i pochi strumenti in gioco, almeno nella prima strofa.
All’inizio della seconda entrano sintetizzatori, la voce si alza e la batteria cambia ritmo, carica la melodia e da uno sprint diverso al brano.
Tirando le somme, come è Benedetta Raina?
Al di là del lato artistico, di cui abbiamo ampiamente parlato, Benedetta è una ragazza semplice, diretta e tiene veramente ai suoi brani e a quello che comunicano.
Questo sentimento l’ho notato benissimo mentre mi parlava durante l’intervista, ed è per questo che, secondo me, bisogna tenerla d’occhio!
Per cui, grazie Benedetta per l’intervista e grazie a te per la consueta lettura, ci vediamo venerdì 😉
~Macca
Professore di Sistemi Informatici, studente di Ingegneria informatica, polistrumentista, blogger ed addetto stampa classe 2002 di Bergamo. Mi sono avvicinato al mondo della musica nel 2014 prendendo lezioni di pianoforte. Vivo il mondo della musica a 360°, vantando un disco da solista ed un tour con una band.
Ho creato il blog newvibesinmusic.it nel marzo del 2020 e tutt’ora continuo a curarne le pubblicazioni ed i servizi.